Resoconto del Collettivo Anti-Repressione Ticino – Giornate dell’esercito di Lugano 2007

Domenica 25 novembre ore 14.00 
Una quindicina di attivisti della Clown Army si dirige verso il lungolago di Lugano, dove sta per svolgersi la parata di mezzi militari. Pacificamente entra nel campo stradale e da vita ad un’animazione simbolica. Tra le brevi performances teatrali che realizza vi è la classica messa in scena di un massacro, che prevede di sdraiarsi a terra per poi rialzarsi qualche secondo dopo, come già inscenato la sera precedente al Conza. Non hanno nessuna intenzione di bloccare la parata ma semplicemente approfittano della strada libera per portare la loro rapida e ironica critica sull’esercito. 
Qualche istante dopo i clown sono in piedi davanti al cordone di militari, vengono fermati con la forza dalla polizia in assetto anti-sommossa che trascina 11 trattenuti all’interno del palazzo del Municipio e li ammanetta. 
In questa situazione due persone sono state ferite: a una signora sul lungolago viene intimato di indietreggiare e dopo che lei cerca di spiegare al poliziotto che è impossibilitata a farlo a causa della folla questo le alza gli occhiali da sole per poi spruzzarle direttamente negli occhi dello spray al pepe; uno dei clown fermati viene invece bloccato a terra brutalmente e riporterà, a causa di un manganello premuto, apparentemente volutamente, con forza in un punto particolare, un’infiammazione al nervo dietro l’orecchio che poteva avere conseguenze ben più gravi (paralisi facciale). Il clown decide in seguito di sporgere denuncia. 
Attorno alle 14.30 le 11 persone vengono caricate su un furgone con l’uso ingiustificato della forza per essere trasferiti alla centrale di polizia in via Bossi. Qui viene loro controllata singolarmente l’identità per poi essere nuovamente trattenuti senza spiegazioni plausibili. 
Attorno alle 16.00 vengono rilasciati e all’esterno del palazzo, prima di superare il cancello, la polizia li spintona malamente. 
Domenica 25 novembre ore 16.30 
A questo punto i clown inscenano nuovamente qualche animazione di fronte alle persone accorse ed ai passanti, fra cui c’erano anche bambini ed anziani. 
Poco dopo, come testimoniano differenti immagini, mentre i pagliacci salutano a loro modo i poliziotti, inchinandosi e scuotendo il sedere (coperto), senza preavviso parte la violenta carica della polizia cantonale che supera con un balzo la comunale schierata davanti. 
A questo punto vengono trattenute con la forza e prelevate altre cinque persone. Uno di loro viene colpito nei genitali con una manganellata quando ha le mani alzate. Due di loro sono prese per il collo e trascinate all’interno del piazzale della centrale di polizia, uno è preso per le gambe e viene trascinato nel cortile della centrale di polizia facendogli sbattere la testa su cemento e marciapiedi. 
Una volta trasportate oltre il cancello della centrale, i fermati vengono picchiati da diversi poliziotti che si accaniscono sui corpi, già immobilizzati, con calci, pugni e manganellate. All’interno della centrale uno di loro, colpito con calci mentre è già ammanettato, perde conoscenza. 
Nel frattempo un media-attivista che, a debita distanza, stava filmando la scena, viene improvvisamente attaccato da un poliziotto che, con il suo manganello, colpisce dapprima la videocamera danneggiandola per poi colpirlo nuovamente fracassandogli il braccio che la vittima dell’aggressione usa per proteggersi il volto. 
Al contempo una fotografa viene accecata dallo spray al pepe che un poliziotto le spruzza negli occhi. 
Un altro clown è afferrato, tra la gente sotto l’autosilo Balestra, da un poliziotto che lo picchia ripetutamente con il manganello. A seguito delle proteste di quanti assistono alla scena l’agente si allontana di corsa. 

I cinque fermati vengono rilasciati in maniera scaglionata tra le 18.00 e le 20.00. Riportano di essere stati picchiati sia fuori che dentro la centrale di polizia, dove sono anche stati minacciati verbalmente. 
Tre di loro necessitano di cure mediche e decidono di sporgere denuncia. 
Sabato 24 novembre 
Attorno alle 19.30 una quindicina di attivisti della Clown Army, accompagnati da un’altra quindicina di attivist*, si reca al padiglione Conza per presenziare alla sfilata di moda militare in programma. 
Entrati nel capannone con lo stand di tiro svolgono una breve animazione, ben accolta dai presenti. Gli viene invece impedito dai militari, alla presenza di alcuni funzionari-responsabili della polizia comunale di Lugano, l’accesso al padiglione centrale dove si sta per svolgere la sfilata. La Clown Army continua la sua animazione nel piazzale antistante. 
Il militare graduato inveisce contro un media-attivista munito di telecamera, in seguito una fotografa accreditata francese è aggredita dallo stesso. Mentre la fotografa si trova inginocchiata per scattare un immagine dal basso, il milite le sferra una ginocchiata sull’apparecchio fotografico provocandole ferite al volto, che hanno necessitato una visita al pronto soccorso. 
Per questo fatto la fotografa sporge denuncia alle autorità competenti. 
Quando la Clown Army, terminata la performance, lascia la zona del Conza, sul posto giungono dei militari a cavallo. 
Venerdi 23 novembre 
Venerdì si tiene presso il CSOA il Molino la serata di discussione “Antimilitarismo: uno sguardo sulle realtà attorno a noi”. Al dibattito, organizzato dal Coordinamento Precari Esistenziali, intervengono differenti organizzazioni attive in Italia nel campo dell’antimilitarismo. 
Finita la serata due conferenzieri del coordinamento contro gli F35 di Novara lasciano il CSOA il Molino in automobile e si apprestano a rientrare a casa. Dopo aver fatto un chilometro di strada e ancora nel territorio di Lugano, vengono fermati da una pattuglia mista di militari e polizia. L’automobile viene perquisita, i due conferenzieri vengono interrogati in special modo sulla possibilità che attivisti italiani raggiungano Lugano per la mobilitazione antimilitarista. Dopo oltre un’ora i due vengono lasciati liberi di riprendere il loro cammino. 

Osservazioni: 
Siamo consapevoli che le parole possono da una parte non rendere giustizia alla gravità degli avvenimenti e che dall’altra possono essere messe in discussione. 
Per questo vi segnaliamo che su www.indymedia.ch/it è stato pubblicato del materiale inerente la mobilitazione e gli episodi di repressione (testimonianze scritte, video e fotografiche). 
Altro materiale è a disposizione dagli avvocati e sarà utilizzato per le denuncie. 
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